Alcuni dati:
- 19.000 metri quadrati
- oltre 1.100 espositori provenienti da tutto il mondo
- circa 19.000 visitatori (praticamente uno a mq, toilette inclusi)
Quello che salta subito all'occhio, immergendosi nei due megapadiglioni (uno per gli operatori USA e l'altro per gli esteri), e' un coacervo di prodotti, imbottigliati - inscatolati - depressurizzati - disidratati - pastorizzati - incellofanati ecc.
Affascinante scoprire come tanti paesi che si conoscono solo per sentito dire, abbiano le loro belle produzioni, anche se non mi sarei immaginato che certe cose fossero commestibili, cosi’ come non avrei mai immaginato che piu’ del 69% dei prodotti venduti in america fossero "di origine" “ispanica” (era uno di quei dati che erano appesi qui e la' per la fiera ... un altro di questi dati, era che il 72% delle persone acquista prodotti per mangiarlo a casa ... e dove senno'? mi verrebbe da chiedere)
Interessante che l’Italia sia presente dappertutto. No, cioe’, l’uso dell’italiano e’ presente ovunque. Bella qui, bella la’, ciao su ciao giu’, armonia, sinfonia, …ino, issimo, …one, e questo rende ancora meglio, ovviamente, dove l’Italia non c’entra proprio una ceppa.
Esempi: aldentepasta. Si, scritto cosi', forse perche' pasta al dente c'era gia' (anche questo italianissimo ovviamente)
Oppure caffe' d'amore.
Piu' tanti altri. E questo non solo in fiera ovviamente, anche e soprattutto fuori, per strada.
Ah! Gli italiani. Quasi cento espositori. Nella top ten:
- Olio extra vergine d'oliva (23 aziende)
- Pasta (19 aziende)
- Formaggi (13 aziende)
Senza dimenticare il servizio “aggiornamento Italian fashion” offerto gratuitamente dai produttori Italiani che spiccano senza dubbio sul resto della popolazione espositiva, in fatto di mondanita’ e modaiolita’ (e rimangono comunque gli unici a slampadarsi).
I minori sotto i 18 anni non entrano. O e' estrema professionalita’ (cioe', qui si lavora micca si gioca) , o il cibo ha una valenza talmente hard-core che e' meglio tenere alla larga i ragazzuoli.
Tecnologia a mille con lo scanner per gli espositori (facoltosi) per i badge che ogni visitatore ha al collo, che con semplice "strisciata" ottieni tutti i dati del tipo, incluso ultimo libro letto.
Sempre alto l'interesse per i prodotti italiani da parte degli operatori USA, confermo grande maturita' per il Balsamico (certi reggiani manco si sognano di essere cosi' informati), anche se prevale sempre la filosofia del "in-your-face": cosi' chiamata la caratteristica principale che deve avere UN gusto, per piacere agli americani.
Non ci sono storie, se non gli si sfracella le papille gustative, il prodotto o non viene considerato, o viene aglio-erbacipollina-cipolla-salsa addicted da paura.
W l' in-your-face e W le papille gustative interrotte.
lunedì, gennaio 29, 2007
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