venerdì, aprile 30, 2010

Travasi e rincalzi del Balsamico, trasloco del Blog

E' primavera, e per il Balsamico su nel fienile è tempo di travasi e rincalzi.

E' praticamente l'unica lavorazione importante, assieme alla cottura del mosto in autunno, che è necessario fare in Acetaia durante l'anno.


Ma in realtà travasiamo anche questo blog, che da questa piattaforma, passa su wordpress.

Tutti quelli interessati all'informazione disordinata sul Balsamico ed altro, che di solito gira su queste pagine, prego modificare l'indirizzo tra i bookmark, favorite, feed rss e chi più ne ha e più ne metta.

D'ora in poi lo troverete qui

Grazie mille e arrivederci!

martedì, marzo 30, 2010

Del come si fa a perdere (sputtanare) un prodotto "tipico" - 1

Copio e incollo dal Reg. CE 583 del 3/7/09 che istituisce l'IGP per l'Aceto Balsamico di Modena (quello da qualche milione di litri all'anno per intenderci)


"(5) La Grecia, dal canto suo, ha evidenziato l’importanza della produzione di aceto balsamico sul proprio territorio, commercializzato fra l’altro con i termini "balsamico" o "balsamon" e sulle conseguenze sfavorevoli che avrebbe la registrazione della denominazione "Aceto Balsamico di Modena" sull’esistenza di questi prodotti presenti anch’essi legalmente sul mercato da almeno cinque anni. La Grecia sostiene inoltre che i termini "aceto balsamico", "balsamic", ecc. siano generici."

Lascio a voi ogni considerazione in merito.

sabato, marzo 27, 2010

Invecchiamento e/o qualità nell'Aceto Balsamico Tradizionale

Primo di una serie di post che vorrei dedicare al tema del rapporto tra "invecchiamento" e "qualità" nel mondo del Balsamico Tradizionale.

Ma prima di parlarne il generale, vorrei mettere agli atti che abbiamo deciso di mettere bene in risalto il punteggio preso in degustazione dal campione presentato e successivamente imbottigliato.

Questa è la (vecchia) scheda di degustazione per il Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia.



Questa la prima bozza di "cartolina" che metteremo dentro ogni confezione di Tradizionale , fatta in onore dell'ultimo Balsamico imbottigliato, con il più alto punteggio "della storia umana e disumana" (cit.).

E nel retro mettere la nostra personale degustazione, più descrittiva, perchè un regalo della natura come un Grande Balsamico non può, comunque, essere circoscritto solo a dei numeri (anni o punteggio che siano).



(per le frasi finali stile Ben Hur, mi sono ispirato ai foglietti che accompagnano le tazze del caffè più buono del mondo: Giamaica Caffè di Gianni Frasi).

Il più sarà trovare la soluzione giusta per stamparne un centinaio per ogni lotto imbottigliato.
Graditi suggerimenti ed impressioni in merito. Grazie.

venerdì, marzo 05, 2010

Poesia d'inizio del listino prezzi

Quest'anno ho deciso di fare un listino prezzi "parlante".
Penso che il prezzo, da solo, non possa essere l'unica voce che si ode quando si sfoglia questo documento.

I rivenditori sono bombardati quotidianamente da miriadi di informazioni, proposte, segnali più o meno velati; dare per presupposto che tutte le nozioni che per noi prodotturi sono scontate quanto l'aria, siano tali anche per il rivenditore/negoziante/distributore, sarebbe una colpa grave.

Per questo, ho pensato di arricchire molto schematicamente il listino con citazioni, punti veloci e (spero) facilmente memorizzabili riguardo la metodologia produttiva o ricorsi storici.

Se fossi bravo con questi robi di grafica ci metterei anche piu' foto.

In seconda pagina, prima di tutto, ho messo anche una poesia.
Prima di andare in stampa mi dite se gira bene o se ha bisogno di essere corretta?
grazie :)



POESIA DEL LISTINO
Rima A-B, A-B, A-B, C-C

Potervi servire sarebbe per noi un grande onore

Se però qui cercate, il prezzo più basso del mercato

vi diremo di fermarvi, anche se con dolore.

Giudicare solo in base al prezzo, sarebbe un gran peccato,

cerchiamo invece - assieme - il miglior rapporto qualità/valore

vedrete che questo sforzo sarà ripagato,

perchè i vostri clienti sono sempre più in grado

di distinguere tra un brodo di cappone, ed uno fatto con il dado.



mercoledì, febbraio 10, 2010

Su #lambruschi3 e in generale sulla comunicazione del Lambrusco

(post fiume con abuso di diversi font per rendere la lettura un po' eccitante)

Ancora bollicine


Della squisita ospitalità di Lucia e Giulio de Il Mosnel, presso la loro magione in curte franca, per la degustazione di #lambruschi3, ho già detto qui.



Ingressi importanti

Alcune foto di questa giornata le potete trovare sul mio flickr (grazie al prezioso Claudio per gli scatti!)

La tavolata 1


Le mie considerazioni:

1 - questa giornata potrebbe entrare a pieno titolo nella lista degli eventi epocali del nuovo risorgimento del lambrusco.

2 - la comunicazione su questo vino, è stata cambiata tramite e grazie alla rete e a chi la vive. A costo zero.

Peccato che le "istituzioni" che dovrebbero essere preposte a questo, siano da anni impegnate ad investire tanto in manifestazioni prettamente autoreferenziali.

Quest'ultima affermazione mi provocherà sicuramente qualche problema "relazionale" ma penso sia incontrovertibile il fatto che, almeno negli ultimi anni (ove cioè ho potuto riscontrare personalmente)
gli eventi per promuovere il nostro vino del cuore, abbiano avuto la stessa agilità che ha un Hummer nel traffico cittadino.

= massima spesa con minima resa



Senza fare nomi mi riferisco a manifestazioni come "Il palio dei vini frizzanti".
Una ricerca su google, dà fin da subito il polso della situazione sotto diversi, sottili, punti di vista. E a chi indovina a cosa mi riferisco, subito in regalo un paio di bottiglie di Tradizionale :)

Per essere meno criptico: parto dal presupposto che la misura della benriuscita si possa misurare in particolare con due fattori

- CHI partecipa all'evento finale di premiazione
- QUALITA' e QUANTITA' della rassegna stampa generata

Nel primo caso, parlando degli anni 2006 e 2008 ove ero presente, azzardo un pubblico che va dall'70 al 80% di provenienza locale (Re- Mo - Pr - Bo), ben divisi tra istituzioni (che ormai rifiutano il cibo, per quante cene devono fare da copione), rappresentanti di consorzi/associazioni e produttori. E questa è autoreferenzialità pura.

Nel secondo caso (rassegna stampa), non l'ho mai vista tutta assieme ma ho come l'impressione che con la carta impiegata non si sia rischiato il disboscamento dell'Amazzonia.

Mi si potrà dire di tutto,
ma la constatazione che:
"per quello che è stato investito,
il rapporto tra costi/contatti
sia eccessivo e fuori da ogni regola di buon senso"
penso faccia cadere ogni tipo di obiezione.


Ovviamente ogni opinione contraria sarà benvenuta qui e in altre sedi (evitando possibilmente quelle legale).


Questo è comunque un problema che si può estendere in generale agli organismi istituzionali preposti alla promozione dell'enogastronomia italiana.

Parlo dell'Ice, parlo dei Consorzi in generale ad esempio.

Elefanti enormi, stanchi fuori e vecchi dentro,
che per vivere consumano tonnellate di cibo, che cercano di

farsi spazio e raggiungere l'obiettivo, in una giungla in continua e rapidissima evoluzione che li ingloberà inesorabilmente.

Ma torniamo alle considerazioni su #lambruschi3 .

3 - tecnicamente parlando: non si possono più fare degustazioni con 30 persone e con così tanti campioni (11).
I vari #lambruschi dovranno tornare ad avere una dimensione più umana (max 15 persone?) e meno impegnativa (max 7-8 campioni?)
(da notare che di solito si fa di tutto per fare quantità, mentre queste sono scelte di qualità).


4- infine, e questo fa parte della categoria "invece-di-godere-interiormente-del-successo-dell'evento-creato-con-il-tuo-amico-Patat0ne-il-tuo-disagio-esistenziale-fa-sì-che-pensi-subito-a-qualcosa-che-non-va", penso che anche per noi ci sia il grosso rischio, dietro l'angolo, di cadere nella autoreferenzialità tanto scomodata sopra.

Mi spiego: chi ha spontaneamente partecipato (DA TUTTA ITALIA - centro/nord), così i produttori invitati, noi stessi organizzatori, ci siamo ritrovati a condividere un modo quasi "unico" di interpretare il Lambrusco.

Subito questo entusiasma, è come vedere un gruppo leoni affamati davanti a belle bisteccone o, come un gruppo di giovani adolescenti entrare in un locale di lap-dance ... non che io ci sia mai stato eh! è che mi dicono che succeda così.

Ma c'è il rischio di cadere nell'errore di abituarsi, prenderci gusto, utilizzare queste preziose occasioni semplicemente per confermare ciò che già si pensa, perdendo quel sano spirito del "mettersi in gioco" confrontandosi con chi non la pensa come sè stessi.

E' per questo che avrei intenzione di chiamare anche i produttori, gli enologi, i responsabili dei vari consorzi, di quei lambruschi non-emozionanti ma perfetti (imho) che hanno fatto tanto discutere rispetto a quei non-lambruschi che invece fanno sospirare.


Chiudo con questa bella foto che ritrae perfettamente lo spirito del gioco e (personalmente) il vero motivo che mi spinge ad organizzare #lambruschi: sorrisi sinceri, roba mica così frequente da incontrare.

Vorrei inaugurare una nuova stagione per #lambruschi (anche se ancora all'inizio), passando dal concetto di conferma, a quello di confronto.

Cosa ne pensate?

mercoledì, febbraio 03, 2010

Un educational tour con chef d'oltreoceano

Oggi, alle 14,30, atterreranno all'aereoporto di Bologna due importanti chef in arrivo dagli Stati Uniti, Chicago esattamente.

Si tratta di Sarah Gruenenberg e Jaime Canete.
La prima executive chef di Spiaggia Restaurant.
Il secondo sous chef di Terzo Piano.



Fino al 14 febbraio staranno in Italia per il loro consueto viaggio di "educazione" alle nostre tradizioni enogastronomiche.

Ho organizzato il loro viaggio nei dettagli (anche se molte cose rimangono ancora contornate da un alone di mistero, soprattutto per la seconda parte del viaggio) che, per sommi capi prevede:


Lo stage al Ristorante Rigoletto, la partecipazione ad un assaggio ufficiale di Parmigiano Reggiano così come la partecipazione ad un assaggio ufficiale di Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e un po' di sano cazzeggio variegato (come vedere le rezdore mentre fanno la pasta e i cappelletti).
Poi ci si sposta in Sicilia e a Pantelleria, e anche qui se ne vedranno delle belle (basti pensare a Corrado Assenza e al Duomo, il passito dell'isola piu' a sud d'Italia etc...)

Twitterò un po' durante questo viaggio della Speranza Gastronomica Italiana con hastag
#chefsinitaly

Se qualcuno ha idee e suggerimenti (Sicilia, zona Modica, Ragusa, Catania), saranno i benvenuti. Così come donazioni per sostenere la missione :)