Se arrivo a dire una cosa come questa, vuol proprio dire che sono disperato.
Premessa
Ieri, prima della
conferenza stampa, sono stato ad una riunione in Regione per parlare della seconda edizione del progetto "
Un Mare di Sapori".
L'obiettivo dell'assessorato all'agricoltura e' quello di utilizzare il bacino della riviera romagnola con i suoi 40-45 milioni e passa di presenze (posti letto venduti), come vetrina dell'
agroalimentare di qualita' dell'entroterra:
missione impossibile! NON ci vogliono!Inutile, ma non troppo, precisare che
1- la
Romagna vorrebbe la secessione dall'Emilia. A prescindere! :)
e che
2- la riviera non ha mai, stando alle voci degli operatori locali, voluto collaborare con il suo immediato entroterra .
Figuriamoci con il resto dell'Emilia.
Bene, 5000 e piu' sono i locali-esercizi ecc... che danno ospitalita' ai turisti.
Sono sempre stati e saranno il nostro biglietto da visita.
Bene, quali sono i prodotti che vengono dati a tutti questi turisti e che dovrebbero rappresentare la nostra identita'-territorio? Salame milano, Nero d'avola, cotoletta alla milanese ecc.?.. :(
Bene, allora diciamola tutta:
- il mare in Romagna fa schifo. Punto.
- il
latinlover&sexmachine Emiliano-Romagnolo e' ormai scomparso
- il rapporto qualita'/prezzo, rispetto ad altre mete tursitiche e' assurdo!
Allora, cos'e' che fece fare tanta strada alla costa romgnola? Dal mio punto di vista era la famosa "gestione famigliare" della pensioncina, la madre, la
azdora, che faceva da mangiare e ti coccolava per bene.
Il calore della vera ospitalita' insomma. Questo e' un valore.
Da
famigliare la gestione e' diventata
imprenditoriale.L'ospitalita' si e' trasformata in una sudditanza esasperata al conto economico, perdendo di vista i valori intrinseci del prodotto offerto.
Non che prima le famiglie fossero in perdita, per carita', ma sapevano (spontaneamente) che punti di forza mettere in gioco.
Fare un piatto con un prodotto di qualita', puo' incidere di pochi centesimi rispetto ad un prodotto poco buono (e magari extraterritoriale).
Il valore del territorio e' l'unico che (gli) rimane da giocare. Non ci sono storie.
L'anno scorso il progetto prevedeva anche una serie di incontri con i ristoratori, per sensibilizzarli sul prodotto locale (ne'
tipico, ne' km zero eh!). Di quei 5000, hanno aderito in 80.
Che dire....
Che siamo qui, nel 2008, a dover pregare quelli della costa per trovare una collaborazione, che sarebbe frutto di semplice buonsenso.
Che alla fine non hanno ancora capito che gli unici che ci guadagnerebbero veramente, sarebbero solo loro.
Detto questo allora, boicottiamo la costa romagnola e andiamo tutti in Grecia a mangiare feta e
tzaziki! (con ruttino all'aglio incorporato :)
Gabicce (praticamente, Marche)
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English VersionStop coming to Romagna’s beaches!!
If I’ve reached this point, it means I’m totally desperate. IntroductionYesterday, before walking into the press conference, I was at a meeting at the region’s headquarters to talk about the second edition of the project “ A sea of taste”. The goal of our ministry of agriculture is to use our Riviera (Romagna)with its 40-45 million presences/tourists, as a window for quality food and agriculture of the hinterland: mission impossible! They don’t want us! It is at this point useless to mention that: 1. Romagna wants secession from Emilia. No matter what! and that 2- the riviera has never wanted to cooperate , according to local OPERATORI, with its hinterland……let alone the rest of Emilia. Well, 5000 or more are the stores, restaurants, hotels etc that welcome tourists. They have always been and will be our business card (presentation).Ok, so which are the products given to all these tourists and that should represent our identity-territory? Salami from Milan, Nero d’Avola wine, milan breaded cutlet and so on….? Well then let’s get to the end of it: - the sea in Romagna is terribile. Period - there was once was the stereotyped latinlover&sexmachine idea of the Riviera male which today has disappeared. - the quality/price relationship, if compared to other touristic destinations is absurd! Then what is it that go our riviera so far? From my point of view it was the family management, the mother, that managed a small hotel, cooked and cuddled you. The warmth of real hospitality, this is a real value. .From family management we now have entrepreneurial management.Hospitality is enslaved to economical profits, and they’ve lost the values that were once the real goals and made the difference. Not that years ago these families were in loss, and didn’t make good profits, but, they knew which they’re strong and weak points were. Between making a dish with a quality product and a not so regional scarcer quality implies only a few cents difference. The value of (their) land is the only thing that is left. AbsolutelyLast year the project predicted a series of meetings with restaurant owners, to explain local products, of the 5000, only 80 agreed and supported this initiative. What else is there to say…..Here we are, in 2008, having to beg those from the coast to cooperate with us, and it’s only common sense….all they need to understand is that the only ones that they are the ones that would get something out of it.Having said this, let’s boycott the riviera romagnola and go to Greece and have some feta e tzaziki! :