Causa un'Acetaia (per sicurezza lo linko non si sa mai che qualcuno mi vada su Ponti :) mai cosi' tanto frequentata e visitata, quest'anno il mio Cibus e' stato veramente "residuale": solitamente la mattina fina all'ora di pranzo, poi via.
Forse meglio, diciamo ... piu' "mirato"
Accettando anche il rischio di perdere il leggendario "colpo di ... cul-fortuna" che puo' piovere giu' da un momento all'altro con l'imprevisto contratto con un megaimportatoreinterstellare :)
Nonostante questo, mi prendo la liberta' di buttare giu' qualche considerazione.
Innanzitutto, dal punto di vista dei prodotti, non ho visto grandi novita' (e questo e' un buon segno). Dove per grandi novita' mi riferisco a quelle cose che, fino a quel giorno, non avresti mai pensato fossero edibili (come questi salami qui ad esempio).
Nel mio ambito, qualche "nuova" (?) acetaia o qualche fusione tra acetifici gia' esistenti. Le confezioni dei Balsamici si sprecano, cosi' come le "densita' cremose" dei condimenti degli aceti in generale.
In linea di massima, relativamente ai visitatori, ribadisco la tendenza generale che potete trovare al punto 2 di questo post relativo al Merano Wine Festival del 2006.
Mi e' stato chiesto da clienti americani, CHI, alla fine, siano i visitatori di una fiera come il Cibus. Verrebbe da rispondere: "Mo operatori no!" (con profondo accento emiliano)
Domanda legittima, sia perche' ci sognamo i cartellini identificativi che ti danno in certe fiere, sia perche' il piu' delle persone gironzola per gli stand con le mani in tasca o dietro la schiena, guardando le bancarelle come se fosse un giro ad una sagra di paese.
Ma da domanda sorge altra domanda, anzi due:
1- Qual'e' la percentuale dei "veri" operatori, di quelli che usano la fiera come luogo per conoscere non solo il prodotto, ma il produttore, guardarlo in faccia, chiedere prezzi, discutere sugli stessi, parlare di strategie comuni (magari piazzare un ordine) ecc.... lavorare insomma.
2- Perche' il cibo&vino e' l'unico settore in cui approdano tutti "gli imprenditori illuminati"?
Puoi avere fatto il calciatore, fatto profumi,costruito macchine da cucire, calzini, venduto elettrodomestici ma prima o poi tutti ci capitano ... tutti vogliono applicare il riuscito modello di business paro paro al cibo&vino.... non so, c'e' qualcosa che non mi quadra...
-------- English version
Re-post: Reflection on Cibus 2008
Because of an Acetaia never so visited and frequented, this year my Cibus has been partial: usually I stayed ‘till lunch time and then left.
Or better, let’s say it has been more “focused”. I even accepted the possibility to miss out on that lucky chance that can come from one minute to the next, for example, of an unexpected contract with the greatestworldwideimporter. :)
Nonetheless, I still feel free to make a few comments.
Firstly, from the product point of view, I didn’t see a whole lot of news (and this is a positive sign) Where when speaking of news, I intend all those things that you would never imagine as being edible (like this salami for example).
In my sector, some “news” (?) acetaia’s or fusions amongst pre-existing acetifici. More new packagings for balsamic vinegars, like augmenting creamy densities of vinegar sauces more generally.
In the main, considering visitors, I’d like to underline this general trend which you can read below (point 2 of this post) having to do with the 2006 Merano Wine Festival.
Some American clients asked me, WHO, at the end are the visitors of a show like Cibus. I would want to answer in our most genuine dialect: “Not business men!”.
A rightful question because we dream of those id tags we get in some shows, and also because most of the people we see walk around stands with their hands in their pockets or behind their backs, looking as if they’re out on a Sunday morning at a local market.
But from one question another question comes up or better two:
1. What is the percentage of “real” business men, the one’s that use the show to meet and come to know not only the product, but also who produces it, look him in the face, ask for costs, discuss the prices, talk of common strategies (maybe order) etc…..WORK.
2. Why is food and wine the only area in which all “enlightened business men” go/fall into?
You could have been a soccer player, perfume maker, sawing machine maker, sock maker, sold household appliances but sooner or later this is where you’ll fall…..everybody wants to apply their model of business to food and wine…..I don’t know but there’s something about this that smells funny….
venerdì, maggio 16, 2008
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