Gianni: FANTASTICO! E' stata riconosciuta l'IGP al Balsamico Industriale!
Pinotto: Meraviglioso! Allora vuol dire che le uve che utilizzano dovranno provenire solo dalle zone tipiche!
Gianni: Anche no...
Pinotto: Ah! Allora tutte le fasi di lavorazione dovranno almeno essere svolte nella zona di produzione tipica ...
Gianni: Mmmmh, anche no ...
Pinotto: E allora?
Gianni: Boh!
Dopo anni e anni di controversie, affermazioni, smentite, passi falsi, decisioni nazionali improbabili, sembra proprio che l'Unione Europea, abbia dato il via libera al riconoscimento della IGP all'Aceto Balsamico di Modena (quello che viene chiamato "l'industriale"), pubblicandone sulla Gazzetta Ufficiale Europea il relativo disciplinare.
Partendo dal presupposto che personalmente ero contrario a tale riconoscimento che, a mio parere, costituiva una sorta di presupposto di tipicità/storicità/qualità ad una categoria di prodotti nella quale vi rientravano ANCHE cose oscene e che quindi
1-avrebbero potuto vantare una serie di caratteristiche positive intrinseche all'IGP stessa
2-avrebbe aumentato la già abbondante confusione nella testa delle persone nel discernere tra la marea dei "Balsamici" e il Tradizionale, riducendone la distanza nell'immaginario dei consumatori.
Tanto per dirla tutta, un paio di anni fa era arrivata richiesta al nostro Consorzio di avvallare la domanda di IGP attraverso un documento ufficiale da allegare alla domanda, una sorta di nulla osta che avrebbe sostenuto la domanda stessa.
Io (e forse un altro produttore) ero l'unico non favorevole (e mi sono voluto assicurare che tale parere fosse stato messo a verbale!)
A quanto pare pero' , la diversità d'opinioni può ANCHE investire i produttori del Balsamico di Modena industriale che, sempre per fare chiarezza, sono riuniti in 3 (t-r-e) enti/consorzi/associazioni ...
Date un'occhiata qui
Per precisare, il contrasto che c'è tra i produttori dell'Industriale è SIA riferito al fatto di volere o meno la IGP (che se FORMALMENTE dovrebbe limitare la libertà di produzione, dettando una serie di criteri di qualità e provenienza della materia prima, limitazione geografica di produzione e/o imbottigliamento, parametri chimico-fisici e di qualità, ecc... DI FATTO leggiamo sopra che cmq non è così), CHE al contenuto del disciplinare.
IN SOSTANZA PENSO QUESTO: l'IGP, che dovrebbe gettare presupposti produttivi di qualità, se configurata attraverso un disciplinare di produzione a maglie larghissime (imbottigliamento ovunque nel mondo, uve provenienti anche dalla luna, ecc.. ), di fatto perde la sua funzione essenziale e rimane un bollino con l'unico effetto di dare un'apparente tutela qualitativa e accorciare le distanze, nella testa del cliente, con il Tradizionale .
Questo, per onore di cronaca, anche se:
a- cosa sono e la differenza tra DOP, IGP, STG ecc... è nota a percentuali bassissime di popolazione (quindi, in teoria, il problema non si pone ... ) anche se tali concetti rientrano sempre piu' tra gli "argomenti commerciali" (come vedremo in un post che dovevo gia' postare ma poi non ce l'ho fatta....)
b- non ricordo ma c'era un'altra precisazione delle precisazioni
In ogni caso stay tuned, perchè la telenovela non è di certo finita così :-)
sabato, luglio 21, 2007
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7 commenti:
no perche la mortadella bologna che è igp è fatta solo con maiali di bologna o emiliano-romagnoli ed è prodotta solo a bologna vero???
se uno non sta come stanno le cose dovrebbe stare solo zitto.
Giusto capperi (di Pantelleria Igp-Dop-Stg)
!!
perchè hai tirato via il link di
BALSAMICO.....ANCHE NO:
?????????????
ERA SIMPATICO DAI RIMETTILO TI PREGO
sono stato preso da un attacco di rinnovamento generalizzato.
Lo rimetto volentieri .... ma era quello del mitico Dott. Balsamo?
no quello che oirtava al sito della ponti
Et voila', effettivamente era importante... grazie
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