mercoledì, luglio 11, 2007

NY Fancy Food Show ... e' gia' ora di smontare

E' passata in un baleno, quasi piu' del solito, questa edizione del Summer Fancy Food Show. Manco fatto in tempo a vuotare la valigia della merce da esporre, dato che il corriere si era trattenuto quella spedita per l'allestimento,

(ovviamente la roba da vestire era tutta già indossata, 5 camicie, 12 mutande e 16 calzini come il grande Fantozzi insegna) che e' gia' tempo di sbaraccare...

Non e' che poi si sia visto granche' di nuovo, anche perche' solo 6 mesi fa eravamo all'edizione invernale della fiera e, a parte la mitica "Pasta Express" presentata da La Piana (complimenti per tenere alta la tradizione italiana!) che cuoce in forno a micronde in 3-4 minuti, non si sono potute apprezzare novita' sconvolgenti.

L'uso della lingua italiana anche laddove non c'entra una mazza, e' ormai un dato di fatto, principio esteso anche all'italian life-style (a volte con qualche risultato di dubbio gusto)


Non ho ancora visto molto sviluppato il filone "pro-biotico", anche se c'e' da dire che gli americani sono stati i primi a mettere il turbo agli alimenti, aggiungendo vitamine ecc... e, attualmente, spingono molto sull'oranic (biologico).
A quanto pare, senza passare dal concetto "territorio" che forse costituisce un argomento senza una particolare attrattiva nella cultura d'oltreoceano.


Certo che, considerando che GIA' tutti sapori si stanno spostando verso il dolce, fomentare una "rivolta dolce" mi sembra un po' esagerato!! :-)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con immenso piacere ho potuto condividere l'esperienza newyorkese dell'acetiere. La tua analisi, precisa e ironica: evviva la pasta in microonde (ma tu l'ahi mangiata?), il riso bollito in lattina, il prosecco liofilizzato! Se possibile, anche a NY la focaccia con la Mortadella originale al Caffè Emilia. "Uatasci uà, Caffè Emilia gà schi des" che se lo dici a una giapponese all'ingresso del locale si diverte, ride e entra.
Grazie Andrea, non è la prima esperienza in combinazione, ma di certo e stata la più "stretta" e conoscendoti non posso che continaure sempre più ad apprezzare tutte le cose che fai.
Tanto per creare interesse nel pubblico però porteti postare "la scatola" e un riassunto dei tuoi commmenti real time?
baci da Riccardo
Permettimi di fare un commento sul bio americano e il territorio. WholeFoods sta iniziando un processo di sensibilizzazione sul BUY LOCAL... ma noi che c'azzecchiamo allora?

Andrea Bezzecchi ha detto...

Ehm.... facciamo che la descrizione della serata al "The Box" la lascio ad un'altra volta :-)
Grazie per il post e per la precisazione sul BUY LOCAL. Ma soprattutto grazie per la compagnia nello sbarco in america (i nostri stand sono sempre i migliori in fatto di investimento/resa).

Ieri sono andato a vedere il nuovo Whole Foods sulla Houston (2 piani con sushi bar annesso) ed effettivamente ho notato qualche prodotto con la freccia "LOCAL", infatti mi sono sempre chiesto che cosa crescesse sui grattaceli di Manhattan..

in bocca al lupo a san francisco!