sabato, novembre 18, 2006

Merano Internationl Wine Festival 2006


Sono reduce (quello in foto e' Giacomo!) da un Merano International Wine Festival ... come dire ... "diverso".

E' cambiata l'organizzazione, reso sicuramente piu' "commerciale", ha perso, come per magia, il fascino che lo ha da sempre contraddistinto.

Gli espositori, perlomeno nel "culinaria", sono decuplicati, con qualche dubbio sulla esclusivita' della produzione. Ma va bene cosi', tutto cambia prima o poi. Rimane comunque sempre "bello", laccato, un po' esclusivo si, quello sempre, pero' se le manifestazioni si giudicano da CHI le frequenta, allora quest'anno siamo andati un po' cosi' cosi'. Per carita', il pubblico dei privati curiosi e appassionati ha tutte le ragioni per pretendere attenzioni e cure, soprattutto dopo aver sborsato un 70ino per l'ingresso, sta in realta' ai produttori decidere dove volersi proporre e a chi. E da quest'anno ci ripenserei un attimo prima di confermare l'iscrizione.

In realta' quest'ultima manifestazione mi da' comunque l'opportunita' di affrontare altre due questioni:
1- ospitalita' dell'estremo Alto Adige: riassumibile, per quanto riguarda quelle esperienziata, "Unde sverzellen chemmenefrega a me' der italianen de 'staceppen?"

2- ma 'sti operatori del settore? Ce ne sono?? E se si, che fanno in 'ste fiere?

Punto 1: tragedia delle tragedie. Anche a costo di beccare 22 querele (per cosa poi?), a partire dall'Hotel "Lisetta" a Tirolo, passando per il ristorante (ristorante??!?) Ritterkeller di Caldaro, ad uno dei ristoranti Forst, quello in centro, tutto ha supportato e convalidato quel mio vecchio luogo comune secondo il quale lassu' sulle montagne, dove c'e' scritto prima in tedesco che italiano, c'e' una puntina di ostilita' verso l'italiano...peccato.
Si, al Lisetta, ci tornerei, non fosse altro per il fantastico rapporto prezzo/valore, appena fuori centro Merano, e pieno di optionals interessanti, pero' vi prego, un sorriso, un po' meno di "chiappastretta", un po' meno fretta di andare a nanna, un po' meno di "beh voi italiani andate a mangiare tardi" ... VOI italiani??? Aho! :-)

No comment per il Ritterkeller, che salvo dalla formattazione dei ricordi pessimi solo perche' la prima parte del nome mi ricorda la cioccolata a quadrettoni che si compra solitamente in baita. Paura. veramente. non ho parole. basta.

Forst "gatto rosso" che in quella lingua la' e' cazqualcosa, anche qui poche parole. Tristezza ...

Si, siamo stati sfortunati lo so.

Punto 2: illuminazione dell'espositore che guarda da dietro il banco orde di frequentatori, riconoscendo
a- privati che timidamente approcciano il tavolo chiedendo un assaggio, e alla bastarda domanda se sono operatori o meno, o rispolverano l'abero genealogico tirando fuori il prozio carpiato che, forse, gestiva un negozio oppure riferiscono che apriranno a "breve" un posto;

b- ovvero quei privati che, meno timidamente e forti del fatto di aver pagato il biglietto d'ingresso, hanno titolo per pretendere tutta l'acetaia gatti inclusi;

c- ovvero ancora quelli gia' clientiNI, che con l'amico (o piu' spesso, con la gnocca) di turno sborroneggiano in giro facendogli assaggiare il top di tutti e poi nel loro locale usano il balsamico ungherese.

Infine, loro , i veri protagonisti della storia, (d) i professionisti, precisi e determinati come un missile gusto-guidato, arrivano, assaggiano (chiedono conferma alla moglie) e poi ordinano. Tempo 10 minuti e la fiera raggiunge il suo scopo principe (= l'ordine). Santi subito!!

Immagini dall'estero

Paolo, dello Real Group's staff, impegnato a sfettolare un patanegra in amicizia, sotto lo sguardo capperoso di Gianni Clooney Busetta.





Aria fresca e frizzante come la Perrier.

1 commento:

monia ha detto...
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