mercoledì, settembre 27, 2006

Ma come sara' mai ... ? Ground Zero il 21 settembre?

Cosi’.

E almeno ho avuto il pudore di non farmi riprendere con il sorrisone tipico del turista

Foto ricordo ... a Chef Shop



Ciao Michael!

GuidO ai Ristoranti: Barolo di Seattle

La sera dell’arrivo a Seattle, lunedi’ 18 settembre, incontro con Michael di Chef Shop, e assieme a tim e heidi ci spostiamo sull’appena aperto Barolo, ristorante carino che si sviluppa in lunghezza con tre file di tavoli abbastanza ravvicinati e un mega tavolone stile compleanno con balli sopra, posizionato in uno spazio che si apre a sinistra. Atmosfera giusta, ovviamente combinazione legno-ferro che non manca mai. Menu, manco a farlo apposta, essendo nel northwest, che prende dal “nostro” northwest”, il piemote. Cosi’ come buona parte della carta vini.
E’ stata una serata che potremmo definire “a rotazione”, antipasto-primo-secondo-dolce scelti diversi e scambiati per assaggio. A mio modesto parere un no per i primi, troppo forti e/o piccanti i sapori sopra delle paste che avrebbero meritato piu’ dolcezza. Il resto buono. Per il vino mi hanno fatto scegliere una bottiglia italiana e tra quelle che hanno passato la” selezione” dell’importazione, ho optato per un dolcetto d’alba di Mascarello. Non l’ho mai assaggiato prima, era chiuso come un baco da seta, tannino “verde” e cmq buon naso. Per la seconda bottiglia siamo stati locali con un pinot nero, un po’ legnoso ma non male.
Su due bottiglie ordinate, non ce n’e’ arrivata una con l’annata cosi’ come esposta nella carta.
Giudizio: mmmhh, non ci tornerei.

Ma come sara' mai ... ? Pike Peak Market Seattle

... e cioe' il mercato del pesce di Seattle?



Cosi'! OOoooleeeEEE!

















E cosi'! UUUuuueelaaaaaAAAAA!









OooohH! Esagerati!


GuidO ai ristoranti: Earth & Ocean di Seattle

Ai “piedi” del w hotel si sviluppa un bar molto sciccoso, e di fianco, il ristorante“Earth and Ocean”. Mi permetto di sintetizzare in una sola frase l’esperienza gastronomica “molto impegno ma per adesso la scelta del nome del posto e’ ancora meglio”. Lungi da me dal voler fare quello che se la tira pero’ a volte un hamburger ben fatto e una zuppa semplice forse sono piu’ facili e danno meno problemi.
Antipasto di salumi misti (lasciamo stare) e per me un salmone che era veramente molto buono ma “sporcato” da sapori che centravano poco. Per Deba una carne dimenticata a fianco della piastra (semi-cotta) che si e’ fatta cambiare. Camerieri che pensavano a dove andare finito il lavoro. Dolce offerto dalla casa, quindi anche gentili, assortimento di piccola cioccolateria.
Giudizio: mi fermerei a mangiare al Purple, li’ a cento metri neanche, oppure proverei la pizzeria di quelli di Caffe’ vita.

L'aperitivo a Seattle? Al Purple.

Giusto dopo l’evento, dopo aver sbaraccato tutto (tra cui anche una mini batteria di botticelle che ha suscitato non poco stupore … non quanto il mio quando chiedevano se era piena), ed abbracciato e mai abbastanza ringraziatoTim e Heidi di Provvista che se ne tornavano in Oregon, ci siamo concessi un calice in un posticino vicino al w hotel, con Deba, marito, gli amici di “Caffe’ vita” e altri amici. Ah! A propostio di caffe’ vita, questi giovani ragazzuoli hanno da poco aperto una pizzeria, Napoli style. Ma quando dico style dico poco, Tutto viene da la’. Mattoni per il forno a legna, mozzarella, pomodoro e, ovviamente, il pizzaiolo. Infine il nome: "via del tribunale" e' una via importante di Napoli, o sbaglio? (www.caffevita.com)

Dicevo, aperitivo al Purple cafe e wine bar, a quanto pare ce sono almeno tre in giro, a parte quello, anche a Kirkland e a Woodinville. Lo chef, il buon Alex Nemeth, e’ molto contento di come stanno andando le cose, il posto era una vecchia libreria universitaria (a proposito di libreria, quella “pubblica” di Seattle e’ da vedere!) messa a posto e aperta direi un paio di mesi fa.
Zacchete un paio di foto!



















Si capisce qualcosa? No? Allora questa chiarira' sicuramente ...















Torniamo al Purple: un ampio spazio completamente vetrato a vista, essenziale con metallo scuro e legno, un bel soppalcone in fondo e centrale, in mezzo al bancone grande, rotondo, una specie di torre fatta a spirale che mostra vini in bell’ordine.
E foto fu.



Alex ci dice che l’ultimo week end ha servito qualcosa come 800 pasti tra pranzo e cena, a giudicare dai posti a sere avra’ fatto girare i tavoli almeno 5 volte. Bene Bravo, bis! le cose che uscivano avevano un gran bell’aspetto. Abbiamo bevuto un calice di bianco. Non mi ha emozionato quanto il posto.

W il W Hotel !

martedi’ 19 settembre, w hotel a Seattle, presentazione del Balsamico Tradizionale dell’ Acetaia San Giacomo.
Che dire, di strada ne hanno fatte ‘ste bottigliette … zacchete!


L’organizzazione nasce dalla intraprendenza di Deba, colei che ebbe l’onore di sperimentare il lancio del corso di pasta (tortelli) della Carla, in acetaia di qualche mese fa.
Ecco la mail di presentazione

Date: September 19th, 2006 3-5PM
Location: W Hotel (Banquets Room-Check reader board for room name)
Event: San Giacomo Balsamic Vinager Tasting Educational Event
with the producer from Novellara, Italy-Andrea Bezzecchi-Owner of Acetaia San Giacomo

As some of you know, I was futunate enough to be able to spend a couple of weeks in Italy this spring. We were in the Reggio Emilia area and were captivated by its flat open plains and capacity to produce Parma ham, parmesan cheese, balsamic vinegar and so many amazing food products.

One of the unforgettable experiences we had was a Balsamic Vinager tasting and tour at Acetaia San Giacomo, our guide was the owner himself, Andrea Bezzecchi.

Andrea, is a young lawyer, who decided to make a family business his life's work. He has a passion for the tradition of making Balsamic Vinager, the artisan ways of producing authentic foods stuffs and the lovely place where he lives. His brother is a baker, who owns a bakery in their little town, Novellara. We also met his mom, Carla, who taught me how to make the classic tortelli. These stuffed pasta, were served in a butter sage sauce, with fresh parmigano and a couple drops of the family Balsamic vinager.

Andrea said he was coming to the US in September and asked me to round up some chefs who would be interested in learning the difference between authentic Balsamic Vinager and the industral product.

This is your chance for a fascinating couple hours with Andrea (conversation, education, photos, sensory stimulation) and you don't have to bring your passport.

This email may be forwarded to members of the restaurant/food/hospitality trade who might be interested in attending.

Please RSVP to Deba Wegner at deba@yourrecipeforsuccess.com or 425-241-9023 by September 10th.

For product information and/ or purchase of San Giacomo Balsamic Vinager please contact Provvista Specialty Foods
sales@provvista.com
503 228 7676



Deba Wegner
Recipe for Success, Inc.
425-241-9023
deba@YourRecipeForSuccess.com



Rimase tanto entusiasta della visita del costo di Donna-Carla che per almeno un mese non fece altro che rapportarmi sui suoi tortelli con una marea di varianti, una delle quali vi copio qui

"I made Tortelli again this weekend......I filled them with roasted carrots,
goat cheese and ameretti crumbs.....served in a strong beef broth with
ginger.....garnished with pineapple sage.
They were very good! "


L’evento era diretto a chef, opinion food leader, giornalisti. Due ore abbastanza intense di assaggi e spiegazioni. Nello sfondo andava il filmato del consorzio e foto dell’acetaia a rotazione, gatti inclusi.
Direi che siamo andati molto bene, e’ venuto anche il padre del famoso chef Mario Batali; questo arzillo signore sulla settantina, li’ a Seattle ha un posticino di un paio di metri quadrati che, all’ora di pranzo, mette in fila persone fino all’isolato successivo. E cosa ci fara’ mai in questo posto? Salumi! Culatello (?), prosciutto, coppa (?) giuro!! E come mi si chiama?
S a l u m i. Appunto,
309 Third Ave South, Seatlle. www.salumicuredmeats.com

Un grazie ufficiale a Deba e a w hotel nella persona di Karl Bruno.

GuidO ai Ristoranti: The Old Home Stead Steak House di New York

Giovedi’ 21 settembre. Di ritorno dall’ultimo pomeriggio nella grande mela, lasciato appositamente libero per i classici aquisti di cose tipiche, cioe’ fatte in china e taiwan, l’incontro e’ con il buon Giacomo e Christopher, il vicino di casa, per una bistecca in compagnia.
Zona battezzata: Meat Packing District. A dire dei piu’, e anche a quanto pare, la piu’ in voga a Manhattan. Ex quartiere costellato, cinquantina d’anni fa, di macellerie, ne conserva larghe strade e palazzi perlopiu’ in mattoni. Bello, d’altronde da quelle parti c’e’ il supercool Pastis con il suo brunch indimenticabile.
Dopo vari tentativi in altri ristoranti rivelatisi pieni, la scelta e’ caduta su the Old Home Stead, www.theoldhomesteadsteakhouse.com 56 ninth av tra la 14 e la 15,
locale anche in questo caso direi storico, che si sviluppa con due sale rettagolari lunghe una fianco all’altra. Colori e legni scuri, luci da 1,22 watt, gente come al solito un po’ chiassosa, ma questo non e’ colpa del locale.
Memori del fatto che un’apetizer ti si puo’ trasformare in una cena completa, resisto due secondi dopodiche’ cedo e chiedo se fanno onion ring… non le fanno … piccola tragedia.
Ci buttiamo subito sulla carne e con spirito analitico ordino lo stesso identico “pezzo” di un paio di sere prima: New York Sirloin. Medium rare ovviamente.
Ebbene, quasi per una sorta di bilanciamento divino, la mancanza degli hula hoop fritti, vengono fantasticamente compensanti da una carne i m p e c c a b i l e.
Tutto a posto, tenerezza, succosità, crosticina, grasso ecc..
Il vino che ci ha accompagnato era un Ribeira Rojo Spagnolo di cui non ricordo la cantina, Tanto era giusto un supporto tecnico per la carne.
Infine, non sazi di tanta bonta’, ci siamo lasciati sedurre dal cheese cake della casa.
Un pezzo di torta che a giudicare dalle dimensioni, lo stampo aveva il diametro dell’ormai abusato hula hoop. Un cheese cake ricco da fare spavento, alla prima cucchiaiata il colesterolo stava gia’ organizzando un rave party.
Giudizio: ci tornerei + +

GuidO ai Ristoranti: RingSinde di Portland



Inauguriamo la rubrica “GuidO ai Ristoranti” (basta con la "GuidA" ai ristoranti, avete mai sentito una che si chiamasse GuidA? a parte quella mitica che ci faceva sognare ... e' ora del maschio al ristorante!) con il ristorante Ring Side di Portland.
Non e’ in quello che noi di campagna chiameremmo “il centro”, e’ un po’ fuori ma a dieci minuti a piedi dal multicolored and cartoon style hotel Inn@northrup station (che a prima vista sembrava un asilo nido).
L’indirizzo e’ 2165 West Burnside, Portland (Or) appunto. www.ringsidesteakhouse.com

Me l’hano consigliato proprio in hotel dopo mia richiesta di addentare una bella steak.

Bene, il posto e’ assai accogliente, anche se fuori sembra un bunker antiatomico (per di piu ‘chiuso). Le luci praticamente inesistenti creano un’atmosfera stile baita di montagna ad alta quota, l’imponente camino centrale fa il resto. Alla fine della cena, la notte di passione e’ assicurata.
Discrete pareti di pietra e mattoni dividiono diversi “locali nel locale” e cioe’ il ristorante vero e proprio, un baretto conviviale e un’altra cosa di cui non ho capito il senso.
Il locale e’ famoso per le bisteccone, superstorico, una sessantina d'anni di griglia.
Gli immancabili autografi alle pareti mi fanno un po’ pensare alle pizzerie stile Napoli ma putroppo di qui non e’ mai passato Marado’.
Apriamo le danze con un apetizer di qualcosa a base verdura, giusto per preparare il delicato fisico ad assumere quantita’ ingenti di cibo e ad“un assaggino” di onion ring, giusto per dimenticarsi subito il buon proposito iniziale.
Ebbene, questo assaggino era ovviamente american style … le onion ring piu’ grandi che io abbia mai vistoooo!! Praticamente degli hula hoop fritti.



Meravigliosi, una cosa da giu’ di testa, croccanti da paura, una pastella sicuramente extraOGM machissenefrega! Sto ancora sbavando sulla tastiera al solo pensiero.
Finiti quelle potevo anche salutare ed andarmene dato che non potevo pretendere di piu’, invece eravamo li’ per la ciccia, e ciccia fu.
Ho optato per una Ney York Sirlon ecc… un taglio particolare, direi che, guardando la classica T della fiorentina, quel pezzo e’ quello “a destra”.



La cottura Medium garantisce, quasi come se fosse impostata al computer, un bel pink centrale e fuori croccantina con la crosticina dei sughi della carne. Infine, una simpatica striscia di grasso , anch’esso dolce e croccante, avvolge la parte opposta a quella dell’osso.
Molto buona, ma non da cappottarsi. Qualche incertezza nella fibra della carne, a volte tenera, a volte anche no.
Insomma, degustando un rosso, pinot nero, locale a calice, con l’immancabile smashed potato e broccoli sempre per soddisfare il lato verde di noi stessi, la spesa a cranio e’ stata attorno ai 60 dollari.
Giudizio: ci tornerei anche solo per un take away di onion!
Data cena, domenica 17 settembre

lunedì, settembre 25, 2006

Di Palo's ... tre generazioni di gusto Italiano a Little Italy

Little Italy, Grand Street, al confine con una China Town in piena espansione.
C'e' un negozio che e' come un corridoio, alla tua destra scaffali pieni di cose buone.
A sinistra il bancone con cinque o sei persone che corrono come pazzi, impegnate a tagliare forme di formaggio, sfettolare prosciutti, incartare pani e mozzarelle. Mozzarelle che vengono fatte fresche nel retro, come altri formaggetti molto sfiziosi.
Il sig. Lou e fratello sono alla terza generazione di bottegai Italian style, senza dubbio uno dei migliori negozi di specialita' a Manhattan: vero, sentito, senza cose alla moda, bottega pura.
Grandi, Veri e Profondi conoscitori del Prodotto.


Ovviamente c'e' sempre poca gente :-)



E guarda un po' cosa ti abbiamo combinato dai Di Palo's brothers. Un Balsamic Tasting in piena regola...



Grazie per l'ospitalita'. Se passate di la', prendete il biglietto all'ingresso e, al vostro turno, dite che vi mando io! :-)

lunedì, settembre 18, 2006

Food&wine festival da Provvista

Non mi era mai capitato di fare la classica degustazione-assaggio dei prodotti tra gli scaffali di un magazzino. E stato, come lo definiribbe il mensile (da me seguitissimo) Grazia: "Easy chic".
Tra le mega scaffalature, su tutti i banchetti perfettamenti allineati hanno dato bella mostra di se' i prodotti venduti nel Northwest dallo staff di Provvista. I produttori spiegavano, facevano assaggiare ecc...tutto come da copione insomma.
Un bel forno a legna sfornva pizze (?), strani muffin' salati con creme di funghi, o farciti con bacon e formaggio, paella, concertino live di musica locale ... e questo gia' meno da copione.
W Provvista e w il verde Oregon (dove piove sempre)!!






ps: il primo che mi dice qualcosa sul fatto che non so formattare i post, gli buco le gomme della macchina ... e al primo che mi dice come si fa, gliene regalo un treno nuovo da montarsi esclusivamente dagli amici di Speed Gomma a Novellara :-)

Ma come sara' mai ... ? l'Empire State Building di notte?


ecco qui



ok sono sborone

Ma come sara' mai ... ? l'11 settembre a NY?




piu' o meno cosi'

















E cosi'

giovedì, settembre 14, 2006

Info di servizio

Alla fine i Blog servono pure a questo. O sbaglio?
Ebbene, se per caso come me, avete comprato un bel mac nuovo di zecca, e magari la cassa destra vi va in leggera distorsione (roba da orecchio bionico :-) e se magari vi trovate a New York inca#§ati come non mai, vi consiglio per:
1- celerita'
2- qualita' del servizio
3 (solo in ordine di apparizione)- pulizia dei bagni da premio nobel

il mitico Tekserve, sulla 23esima strada tra la 7 e la 6 av.
L'ambiente e' super spartano, tutto e' fatto riutilizzando vecchi Mac e sembra di respirare l'aria di una macelleria informatica. Pero' sono tutti "sul pezzo" (non di carne).
Vabbe', dite che vi mando io...
bene sono anche riuscito a caricarci la foto.
Ovviamente di almeno 6 anni fa (quella specie di pizzetto e' un errore di gioventu').
Tanto non sono poi cosi' invecchiato, anzi! Potrei metterci anche quella d'adesso e fare bella figura. Quasi.

mercoledì, settembre 13, 2006

Prova Prova ah si prova prova

come da titolo....

venerdì, settembre 01, 2006

Abemus nipotem!


Insomma, non so mettere le foto. Pero' qui c'e' Paolino. Piccolo, medio e grande. Sara' uno sshhpetacoolo!??






Ok, come si suol dire "da farsi la pipi' addosso!" :-)