giovedì, aprile 10, 2008

L'evoluzione della "comunicazione" alimentare

Sul sito dell'Acetaia, in una pagina di approfondimento dalla capacita' soporifera attiva gia' dalla terza riga, circa un anno e mezzo fa dissi qualcosa come

" Da un lato quindi, la grande, ops! grossa distribuzione che mette "isole" dei prodotti tipici, richiama, nella comunicazione, al rispetto delle tradizioni e del loro territorio, argomento speso benissimo da grandi aziende camuffate da fattorie...Barilla e il suo Mulino Bianco ne sono stati i fantastici precursori"

= il territorio era il pretesto per vendere

ma dicevo anche

"....
gia' sorpassate peraltro dai prodotti rinforzati "che aiutano a stare bene". E questo e' probabilmente il futuro."

"
Non piu' un prodotto qualsiasi, non piu' un prodotto tipico, non piu' il prodotto dei fratelli, chenneso', che fanno aceto da generazioni (quando i fratelli non esistono...caso realmente accaduto), non piu' il prodotto "sano" (bio), ora il prodotto con il turbo, probiotico o giu' di li'."

tutto questa ego-citazione per quale motivo?

1- perche' quel futuro dei prodotti che, oltrepassando la strumentalizzazione del
- legame con il territorio
- della "salute" in generale (il Bio come mera diversificazione commerciale)


e' (gia' da un po' in realta') l'ora della categoria dei "PROBIOTICI" o "FUNCTIONAL FOOD" che dovrebbero ridare cio' che la vita toglie, o meglio, cio' che loro stessi, per una vita, hanno tolto o rovinato* :-)

Nelle ultime settimane in molti blog si parla dell'azione di Guerrilla Marketing fatta dalla Barilla per lanciare la loro nuova linea di prodotti pro-salute/pro-biotici/pro-boh!

Se ne parla, non tanto per la sgangherata operazione pubblicitaria in se' (che deve essere costata anche due lirette), ma anche e soprattutto per i prodotti.

Ovosodo riassume un toto pensiero che mi sento di condividere... (con link interessanti in fondo al post, al quale aggiungerei anche questo).

Ora, visto che il futuro e' gia' qui, la questione diventa un'altra: quale sara' l'argomento di comunicazione del food di domani?

(lo so ... c'e' di peggio :-)


Probioticamente vostro.

*a causa delle porcherie ivi contenute

2 commenti:

Unknown ha detto...

ciao, so che non è la tua materia, ma volevo precisare che il "guerrilla marketing" non c'entra niente con le attività di comunicazione che citi! l'azienda ha con trasparenza invitato dei blogger ad una cena per presentargli i prodotti. cordiali saluti.

Andrea Bezzecchi ha detto...

Ciao, grazie per la tua precisazione.

Non vorrei mai utlizzare termini che non mi competono ma, giusto per una conoscenza a livello accademico, possiamo allora parlare di "(intenzione di) marketing virale"? ... o secondo te non c'entra 'na mazza neppure questo?

Sbaglio o l'operazione l'hai curata tu/voi?

ciao
ab